Dopo che gli ultimi esperimenti realizzati al Large Hadron Collider (LHC) non hanno portato alla scoperta di quelle particelle la cui esistenza è prevista dalla teoria, la fisica sembra ritornare ad uno “scenario da incubo”. Era il 1982 quando il fisico lettone Mikhail Shifman fu attratto da una teoria elegante, nota come supersimmetria, che tentava di descrivere tutte le particelle elementari note in un nuovo e più completo quadro dell’Universo. “I miei articoli produssero un vero e proprio entusiamo all’epoca”, afferma Shifman, oggi professore di fisica all’età di 63 anni presso l’Università del Minnesota. Nel corso degli anni, egli assieme ad altre migliaia di fisici hanno sviluppato tutta una serie di ipotesi e modelli consapevoli che gli esperimenti avrebbero confermato l’esistenza della supersimmetria. “Nonostante ciò, la natura non sembra mostrarsi favorevole, almeno non nella sua forma più semplice”, afferma Shifman.
Anche se la teoria prevede l’esistenza delle particelle supersimmetriche, Shifman sta cercando la collaborazione di altri colleghi per trovare delle idee alternative. In un suo recente articolo apparso su arXiv, lo scienziato russo dichiara di voler abbandonare il percorso “dalle caratteristiche estetiche barocche” della supersimmetria per proseguire, invece, con un approccio alternativo al fine di superare quegli ostacoli che hanno portato al fallimento gli esperimenti realizzati allo scopo di dimostrare l’esistenza delle particelle supersimmetriche. “E’ arrivato il momento di pensare e sviluppare nuove idee”, spiega Shifman. Ma c’è ancora qualcosa da fare. Finora, dagli esperimenti realizzati da LHC non abbiamo ottenuto alcun indizio dell’esistenza di una “nuova fisica” che si estende al di là del Modello Standard, il quadro teorico maggiormente accettato che descrive il mondo delle particelle elementari e le interazioni fondamentali. Ad esempio, l’esistenza del bosone di Higgs è prevista dal Modello Standard. Inoltre, gli ultimi risultati che sono stati presentati alla conferenza di Kyoto sembrano escludere un’altra ampia classe di modelli supersimmetrici così come altre teorie alternative che si basano su una nuova fisica, dato che non sono state osservate particelle che fossero inattese dai processi di decadimento (vedasi questo post). “Tutto questo è imbarazzante, certo non siamo dei o profeti che possano prevedere ciò che ci riserva la natura”, continua Shifman. Dunque, oggi i fisici delle particelle si trovano di fronte ad un bivio: o si seguono le idee dei loro predecessori, magari utilizzando versioni più complesse della supersimmetria, oppure si cambia decisamente strada e si riparte con nuove idee.
Anche se la teoria prevede l’esistenza delle particelle supersimmetriche, Shifman sta cercando la collaborazione di altri colleghi per trovare delle idee alternative. In un suo recente articolo apparso su arXiv, lo scienziato russo dichiara di voler abbandonare il percorso “dalle caratteristiche estetiche barocche” della supersimmetria per proseguire, invece, con un approccio alternativo al fine di superare quegli ostacoli che hanno portato al fallimento gli esperimenti realizzati allo scopo di dimostrare l’esistenza delle particelle supersimmetriche. “E’ arrivato il momento di pensare e sviluppare nuove idee”, spiega Shifman. Ma c’è ancora qualcosa da fare. Finora, dagli esperimenti realizzati da LHC non abbiamo ottenuto alcun indizio dell’esistenza di una “nuova fisica” che si estende al di là del Modello Standard, il quadro teorico maggiormente accettato che descrive il mondo delle particelle elementari e le interazioni fondamentali. Ad esempio, l’esistenza del bosone di Higgs è prevista dal Modello Standard. Inoltre, gli ultimi risultati che sono stati presentati alla conferenza di Kyoto sembrano escludere un’altra ampia classe di modelli supersimmetrici così come altre teorie alternative che si basano su una nuova fisica, dato che non sono state osservate particelle che fossero inattese dai processi di decadimento (vedasi questo post). “Tutto questo è imbarazzante, certo non siamo dei o profeti che possano prevedere ciò che ci riserva la natura”, continua Shifman. Dunque, oggi i fisici delle particelle si trovano di fronte ad un bivio: o si seguono le idee dei loro predecessori, magari utilizzando versioni più complesse della supersimmetria, oppure si cambia decisamente strada e si riparte con nuove idee.
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Lo zoo delle particelle. Credit: New Scientist |
Insomma, se non salterà fuori nulla dal cilindro dei fisici, una situazione che è stata definita dagli addetti ai lavori come lo “scenario da incubo”, gli scienziati rimarranno ancora con un quadro dell’Universo che risale a circa trent’anni fa prima che fosse concepita la supersimmetria. E se poi non sarà costruito un acceleratore di particelle che possa esplorare un dominio di energie ancora più elevate, con ogni probabilità la fisica delle particelle andrà verso un periodo di decadenza e, in futuro, anche i posti di lavoro saranno sempre meno richiesti dai ricercatori. Ma, forse, non andrà in questo modo perché la Scienza è come una impresa in continua evoluzione e autocorrezione. Le idee che sono sbagliate vengono scartate subito con il passare del tempo e gli uomini continueranno a cercarne altre, nuove e affascinanti perché la strada della Scienza è e rimane sempre quella della verità.
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