Secondo una nuova teoria, le scale di massa e lunghezza emergono dall'interazione tra le particelle. Credit: Andy Gilmore |
Il gigantesco problema con il bosone di Higgs
Il metodo della simmetria di
scala risale al 1995 quando William Bardeen,
un fisico teorico del Fermi National Accelerator Laboratory in Batavia,Illinois, dimostrò che la massa del bosone di Higgs e quella delle altre
particelle del modello standard potevano essere calcolate come conseguenza
della rottura spontanea della simmetria di scala. Ma all’epoca, l’approccio di
Bardeen fu fallimentare. Il delicato sistema dei suoi calcoli si rovinò facilmente quando i ricercatori tentarono di incorporare nuove
particelle, non ancora osservate, come quelle che sono state introdotte per spiegare
l’enigmatica materia scura e la gravità. Gli scienziati utilizzarono un altro
metodo, chiamato supersimmetria, che permetteva di predire in maniera naturale
decine di nuove particelle, tra le quali anche quelle candidate per spiegare la
natura della materia scura. Inoltre, la supersimmetria forniva una soluzione
diretta ad un vecchio problema che fu subito sollevato quando venne formulato
il modello standard. Utilizzando l’approccio classico nei calcoli numerici, le
interazioni del bosone di Higgs con le altre particelle tendono ad aumentare la
sua massa verso le scale più alte presenti nelle equazioni, portandosi dietro
anche i valori della massa delle altre particelle. Ma la meccanica quantistica tende
a rendere “democratiche”, per così dire, tutte le particelle e non importa se il modello
standard sia la fine della storia. Tuttavia, i fisici credono che ben al di là
del modello standard, cioè verso valori della massa che sono miliardi di
miliardi di volte superiori alla cosiddetta “massa di Planck”, devono esistere
delle “particelle giganti” associate alla gravità. Questi “giganti” dovrebbero
aumentare la massa del bosone di Higgs attraendo la massa di ciascuna
particella fino alla scala di Planck. Ma ciò non avviene e, invece, sembra
emergere una sorta di gerarchia non naturale che separa le particelle più
leggere del modello standard e la massa di Planck. Bardeen ha calcolato le
masse delle particelle del modello standard utilizzando il metodo della
simmetria di scala in modo tale che i valori della massa non si spostano verso valori più alti. Ne risulta che la particella leggera associata al bosone di
Higgs emerge in maniera naturale, anche se non è ancora chiaro come lo
scienziato abbia inserito nei suoi calcoli gli effetti gravitazionali della
scala di Planck. Secondo la teoria della supersimmetria esiste per ogni
particella una gemella che non è stata ancora osservata. Se per ogni particella
(ad esempio l’elettrone) il bosone di Higgs incontra la gemella leggermente più
pesante (la cosiddetta selettrone), gli effetti combinati si dovrebbero
cancellare e ciò dovrebbe impedire alla massa di Higgs di aumentare verso
valori decisamente elevati. In altre parole, la supersimmetria dovrebbe
“proteggere”, si fa per dire, la massa ancora piccola ma non nulla del bosone di
Higgs. Questa teoria sembrava il perfetto ingrediente mancante del modello
standard per spiegare le masse delle particelle, così perfetto che alcuni
teorici hanno dichiarato che senza la supersimmetria l’Universo non dovrebbe avere senso.
Nonostante ciò, finora non abbiamo rivelato particelle supersimmetriche e ciò
fa sì che Higgs non sia, in qualche modo, “protetto”. Uno degli obiettivi di
LHC, non appena sarà entrato in funzione nel 2015, sarà quello di dare la
caccia alle particelle supersimmetriche. Ad ogni modo, molti fisici sono
convinti che la teoria non sia valida e anche nella recente conferenza
internazionale sulla fisica delle alte energie (ICHEP 2014) tenutasi a Valencia, in Spagna,
lo scorso mese i ricercatori hanno confermato il fatto che dall’analisi dei
dati raccolti dagli esperimenti di LHC non emergono particolari evidenze sull’esistenza di
particelle supersimmetriche né i dati favoriscono una teoria alternativa
chiamata "technicolor". Dunque, le implicazioni di questi risultati sono enormi
perché senza supersimmetria la massa del bosone di Higgs pare si riduca non per
un effetto specchio ma a causa di effetti di cancellazione improbabili e casuali
tra termini scollegati. In altre parole, la massa iniziale di Higgs sembra
controbilanciare esattamente i contributi maggiori alla sua massa dovuti ai gluoni, ai
quark, agli stati gravitazionali e a tutto il resto. Ma allora, se l’Universo
risulta “improbabile”, esso deve essere uno dei tanti, cioè uno dei tanti
universi-bolla che fanno parte di un infinito multiverso. Il fatto che
osserviamo questo particolare universo-bolla non è dovuto al fatto che le sue
proprietà lo rendono sensato ma al fatto che il suo particolare bosone di Higgs
permette la formazione degli atomi e, perciò, anche l’emergere della vita.
Negli altri universi-bolla, caratterizzati da bosoni di Higgs che hanno le
dimensioni tipiche della scala di Planck, la vita non può esistere. Questa, però,
non è una spiegazione sufficiente anche se il concetto di multiverso è
diventato popolare negli ultimi anni. Un universo caratterizzato da
cancellazioni improbabili elude ogni comprensione anche perchè l’esistenza di universi
alieni, non raggiungibili, non può essere provata. Insomma, non è soddisfacente
utilizzare l’idea di multiverso per spiegare delle cose che non comprendiamo.
C’è da dire, poi, che i teorici tendono ad “aggiustare” le equazioni
mettendoci qualcosa di extra per tener conto del bosone di Higgs e pare, comunque, che non
sia il caso della supersimmetria. Insomma, oggi gli scienziati cominciano a
chiedersi se esista un’altra simmetria, una teoria alternativa che non preveda
l’esistenza di una enorme quantità di particelle che non osserviamo.
Combattere contro i fantasmi
Partendo dal lavoro di Bardeen,
alcuni ricercatori come Alberto Salvio, Alessandro
Strumia e Manfred Lindner,
ora ritengono che la simmetria di scala possa rappresentare la migliore
descrizione per spiegare il valore piccolo della massa di Higgs. Affinchè la
teoria funzioni, essa deve tener conto di tutti i valori piccoli delle masse
delle particelle del modello standard e di quelle enormi associate alla
gravità. Nel solito modo di procedere con i calcoli, entrambe le scale sono
poste inizialmente "a mano" e quando si connettono nelle equazioni esse tendono a
bilanciarsi. Ma con il nuovo approccio, entrambe le scale devono emergere
dinamicamente e separatamente dal nulla. Il fatto che la gravità potrebbe non
influenzare la massa di Higgs sarebbe un risultato rivoluzionario. Una teoria formulata
da Salvio e Strumia, chiamata “agravity”, ossia gravità adimensionale, potrebbe finora rappresentare la realizzazione più
concreata dell’idea della simmetria di scala. Questa teoria combina le leggi
della fisica su tutte le scale in un singolo quadro consistente in cui la massa
di Higgs e quella di Planck emergono entrambe separatamente da effetti dinamici.
Non solo, ma l’agravity offre una spiegazione sul perché l’Universo subì una
fase di espansione rapida iniziale, l’inflazione cosmica. Infatti, secondo la
teoria, la rottura della simmetria di scala avrebbe causato una espansione
esponenziale della dimensione dello spaziotempo durante le primissime fasi
iniziali della storia cosmica, subito dopo il Big Bang. Tuttavia, la teoria
dell’agravity ha una falla: essa richiede l’esistenza di particelle strane
chiamate “fantasmi”. Esse hanno "energie negative" o probabilità negative di
esistere e portano confusione nelle equazioni del mondo quantistico. Ma le
probabilità negative escludono l’interpretazione probabilistica della meccanica
quantistica, perciò questa rimane una opzione terribile. Alcune teorie
funzionano solo se le "particelle fantasma" si disaccoppiano, in qualche modo,
dalle altre particelle e rimangono loro stesse. Secondo Strumia e Salvio, dati
i vantaggi che offre la teoria dell’agravity, bisognerebbe dare una seconda
possibilità alle "particelle fantasma". Di fatto, quando le antiparticelle
vennero inizialmente inserite nelle equazioni, esse sembravano essere energia
negativa, un nonsenso. Allo stesso modo, anche se le "particelle fantasma" possono rappresentare un nonsenso, forse potrebbe trovarsi una interpretazione
sensata. Nel frattempo, altri gruppi stanno proponendo teorie alternative della
simmetria di scala. Ad esempio, Lindner e colleghi propongono un modello che
implica l’esistenza di un “settore inesplorato” di particelle mentre altri,
guidati da Bardeen, Joe Lykken,
Marcela Carena, Martin Bauer e Wolfgang
Altmannshofer affermano in un recente articolo che le scale
del modello standard e della gravità siano separate da una transizione di fase.
Gli scienziati hanno individuato una valore critico della massa dove il bosone di Higgs
non interagisce con le altre particelle facendo così annullare la loro massa. Ed
è proprio in questo punto che avviene un cambiamento di fase. Così come l’acqua
si comporta in modo diverso rispetto al ghiaccio, diversi insiemi di legge
fisiche autoconsistenti operano sopra e sotto il punto critico. Ma i nuovi modelli
richiedono una tecnica di calcolo che alcuni esperti considerano
matematicamente dubbiosa. Insomma, è troppo diversa e nuova. Comunque sia, l’agravity
e agli altri modelli sulla simmetria di scala prevedono l’esistenza di nuove
particelle oltre il modello standard perciò i prossimi esperimenti presso LHC
potranno fornire preziosi indizi per verificare queste idee innovative. Nel
frattempo c’è un senso di speranza anche se qualcuno pensa che, forse, la
nostra matematica sia sbagliata. Però, se l’alternativa dovesse essere rappresentata dal
multiverso, allora si tratta certamente di un passo molto drastico e quindi non
ci rimarrà altro che vedere cosa ci riserverà la Natura.
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AstronomicaMens: L’Universo potrebbe non essere ‘naturale’
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